Nel 1891, quando Howard Carter giunse al Cairo, aveva appena 17 anni. Disegnatore di talento, affiancò l’egittologo William Flinders Petrie dell’Egyptian Exploration Fund durante gli scavi di Tebe. Di abitudini spartane - viveva in tenda, mentre il suo futuro socio, Lord Carnarvon, soggiornava in alberghi di lusso - Carter viveva per l’archeologia e, a 25 anni, venne nominato Sovrintendente dei Monumenti dell’Alto Egitto, cioè di Karnak, Luxor e della "Valle dei Re". Sostenuto dal mecenate e archeologo dilettante americano Theodore Davis, scoprì la tomba di Tutmosi IV. Coinvolto in una rissa che ebbe pessime ripercussioni sulle autorità coloniali, Carter venne licenziato in tronco e sopravvisse vendendo acquerelli ai turisti del Winther Palace di Luxor, dove conobbe nel 1907 Lord Carnarvon. Da quel momento il suo pensiero si fissò su una sola cosa: trovare la tomba di Tutankhamon. La scoperta del secolo avvenne, dopo anni di faticosa ricerca, il 5 novembre del 1922, a dispetto di quei grandi esperti che avevano setacciato la Valle e che dichiaravano che nessun lembo di terra era rimasto inesplorato. Al Cairo, Carter impiegò 9 anni per catalogare gli oggetti del corredo di Tutankhamon e procedette all’ispezione della mummia. Esausto e malato, Carter morì a 66 anni, dopo essersi ritirato a vita privata, desideroso di non partecipare al carosello dei mass media che si era scatenato intorno alla sua scoperta.